La mia testa ha un problema di sovraffollamento. I miei pensieri sono troppo veloci, non sono gestibili e spesso si aggrovigliano creando nodi complicati.
Stupidi pensieri, non ho mai abbastanza tempo per vederli nel dettaglio… Osservarli a questa velocità mi fa male agli occhi.
Creano il caos assoluto. Non ho mai abbastanza tempo per ascoltarli da vicino… Fanno troppo rumore.
Se provo a toccarli, fanno freddo. Un freddo insopportabile.
Sono ingombranti e spietati. Quando finisce che si mescolano con le emozioni, la mia testa va in tilt.
È delirio.
O escono i pensieri dalla testa, o esce la testa dal cranio.
Allora scrivo…
Scrivere. Fare scorrere la mano su un foglio bianco e lasciare un segno. La velocità della mano scorre in proporzione all’umore dei miei pensieri. Mi sembra quasi di lasciarla andare libera, di non guidarla; le faccio fare tutto quello che vuole lei.
C’è chi suona, chi fuma, chi balla… Io scrivo.
Scrivo tutto quello che mi passa per la mente, tutto ciò che per un secondo osa sfiorare la mia anima e collegarsi ai miei pensieri.
Scrivo tutto ciò che mi provoca emozione.
Non ha logica, non ha funzione.
Scrivere significa cura, significa liberazione.
E il delirio che scrivo trasforma i colori alla mia vista, trasforma i rumori in suoni alle mie orecchie… E quel freddo, quel tanto temuto freddo, a volte, finisce per piacermi.
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